Il nostro smatphone è utile fin quando funziona

8R decrescita: il riutilizzo creativo
il riutilizzo creativo in Abruzzo

La prima R della decrescita di cui vi voglio parlare prende spunto da una pratica “antica” che dovremmo far di tutto per conservare: il riutilizzo degli oggetti, di ogni destinazione d’uso e forma essi siano.

Questa pratica consiste nel riutilizzare gli oggetti riparandoli o trasformandoli in qualcosa d’altro, al posto di ricomperarli, mettendo mano ad un portafoglio sempre più vuoto e contribuendo ad accumulare rifiuti nelle nostre discariche sempre più piene. La consuetudine al riuso degli oggetti è scritta nelle nostra tradizione contadina custodita dai nostri nonni e nonne, maestri del fare di necessità virtù, riutilizzando, spesso in maniera creativa, gli oggetti già consumati o rotti. Da quando la società contadina ha lasciato il posto alla società dei consumi, il concetto di utilità di un oggetto è stato pian piano scalzato dal concetto di novità del prodotto. Quindi un cellulare che ha un anno, anche se perfettamente funzionante, viene accantonato per comperarne un altro, solo perché è l’ultimo modello, solo perché è nuovo: il nuovo è il valore supremo che si è sostituito all’utile.

Il nostro smatphone è utile fin quando funziona

Il Riutilizzare demolisce questa ossessione del nuovo come valore e fa tornare di moda il concetto di utilità e di necessità: il nostro smartphone è utile fin quando funziona, non fin quando ne esce il modello superiore.

La nobile arte del riparare

Un altro esempio di Riutilizzo ce lo portano i falegnami, i calzolai e le sarte che posseggono la nobile arte del riparare, allungando la vita a cose che altrimenti sarebbero buone per il bidone dell’immondizia. E come dimenticare i tecnici riparatori di elettrodomestici, di televisori e di materiale elettrico in genere. Inoltre, rivolgendoci a questi professionisti per sistemare le nostre  apparecchiature guaste o rotte , invece che ricomprarle, contribuiremmo anche a mantenere in vita delle professioni che sono sempre meno comuni. Infatti, anche nelle città abruzzesi, come nel resto della penisola, sono sempre meno i negozi di riparazioni che lavorano in maniera fruttuosa, soffocati  dai grandi centri commerciali e dalle catene di negozi di elettronica, testimoni di risse e calche di consumatori disposti a tutto pur di accaparrarsi il nuovo oggetto in offerta.

bottega_calzolaio-riutilizzo-subcity

Il riutilizzo creativo

Che dire poi di tutte quelle forme di riutilizzo creativo fai-da-te fedeli alla filosofia del Do it yourself? Un concetto questo che si intreccia in maniera stretta con quello del riciclo puro, ma che consiste nel riutilizzare un oggetto rotto trasformandolo in qualcosa che non ci saremmo mai aspettati: potremmo trasformare, col solo ausilio delle nostre mani e del nostro ingegno, un ferro da stiro in una lampada, per esempio. Questa pratica, oltre ad essere un ottimo metodo per riutilizzare apparecchiature ed oggetti rotti o mal funzionanti, potrebbe diventare un hobby divertente che stimoli la nostra fantasia e la nostra creatività, troppo spesso messe a tacere dallo stile abitudinario e conformista della società, e da quelle armi di distrazione di massa che possono essere i mass media.

(Visited 207 times, 1 visits today)

Di Claudia D'angelo

Metodica, metereopatica e perennemente in ritardo. Sono nata nel 1987 a Padova e subito trapiantata nella più congeniale terra d’Abruzzo. Farmacista di professione, clowndottoressa per passione e scrittrice per diletto. Dal 2005 collaboro con il periodico “Cittainforma” , free press di inchiesta e utilità di Città Sant’Angelo. Dal 2013 entro a contatto con Subcity e divento parte di questa nuova SUBrealtà.