Il significato del termine riciclare era per Latouche, teorico delle 8R della decrescita, molto semplice: consisteva nel recuperare tutti gli scarti non decomponibili di ogni attività dell’uomo.
Purtroppo il nostro Paese, pur essendo inserito nel gruppo dei Paesi definiti i più sviluppati, è ancora parecchio indietro in materia. Secondo le stime, solo il 35% della popolazione italiana, infatti, pratica la raccolta differenziata in maniera regolare. Questi numeri sono sicuramente poco entusiasmanti al contrario di quelli che vengono fuori se si calcola la massa di rifiuti non decomponibili che ogni Paese produce e getta semplicemente. Si stima infatti che negli Stati Uniti, tra il 1990 e il 2000 sia stato buttato via un numero di lattine di alluminio tale da poter rimpiazzare 316.000 Boeing 737!
Riciclare significa risparmiare energia
Oltre che ad una responsabilità dei cittadini come dimostrazione di cura verso l’ambiente in cui vivono, riciclare comporterebbe anche un enorme risparmio di energia. Basti pensare all’energia che si risparmierebbe per produrre materiali quali l’alluminio se cominciassimo a riciclare quello che già utilizziamo. Inoltre, tutti i rifiuti riciclati non verrebbero “termovalorizzati” e questo gioverebbe sicuramente alla salute delle finanze e del pianeta. Pare dunque che l’Italia sia quasi del tutto disinteressata ad incrementare le attività di riciclo sul suo territorio. Questo disinteresse è la punta di un iceberg, la cui base è sicuramente fatta anche dell’opposizione, più o meno conclamata, da parte delle multinazionali che detengono il controllo della produzione e del mercato delle materie prime o delle attività di “smaltimento” dei rifiuti. Eppure ci sarebbero ottimi esempi di vicini europei da poter seguire: basti pensare al modello scandinavo o olandese, in cui praticamente all’intera produzione di rifiuti, segue una regolare e diffusa attività di riciclo.
Incentivi al riciclaggio
Un incentivo nella politica del riciclaggio potrebbe essere rappresentata dal prevedere maggiori sgravi fiscali per le aziende che utilizzano materiale riciclato nei cicli produttivi e incentivare coloro che rilavorano materiale di riciclo. Il riciclo infatti va inteso non solo come riutilizzo di un materiale usato, ma anche come il tentativo di dare nuova vita ad un oggetto che sembra ormai destinato alla discarica.
Ostacoli alle buona pratiche di riciclaggio
Principalmente le nostre società odierne incontrano due ostacoli a questa politica intelligente: l’obsolescenza su cui si basa il sistema economico e la solita ignoranza umana. L’obsolescenza si basa sull’idea della crescita smodata e illimitata secondo cui alcuni oggetti di uso comune (ormai quasi tutti) sono programmati per rompersi dopo un certo tempo di utilizzo, creando la necessità di nuovi acquisti poiché la loro riparazione è diventata anti-economica. Inoltre, la visione comune delle nostre società avanzate, ci ha abituato a rincorrere sempre l’ultima novità e a stare sempre e ad ogni costo al passo coi tempi (alla moda?). Non ci interessa più sfruttare al massimo e il più a lungo possibile un oggetto. Oggetti “usati” o “di seconda mano”, sopratutti se si pensa alla tecnologia, evocano un senso di arretratezza e passato che non ci fanno sentire in grado di stare al passo con la società che corre in avanti. Ecco perché si rivela sempre più importante la pratica del riutilizzo e del riciclo.
Dal riciclo creativo al riutilizzo creativo
Talvolta inoltre il riciclo tradizionale diventa riutilizzo creativo quando si utilizzano oggetti ridandogli nuova vita e, spesso, anche funzioni totalmente diverse da quelle che aveva in origine. Un buon modo questo per dar sfogo alla fantasia delle menti più creative che, talvolta, riescono a creare vere e proprie invenzioni.
Questa concezione è alla base di Rikrea, attività artigianale abruzzese che produce arredo di riciclo. Silvio Cantarella, l’artigiano che ha ideato e che porta avanti questa impresa è convinto che la nostra società non si possa più permettere, sia dal punto di vista ambientale che da quello economico, di consumare e buttare via. Partendo da questo presupposto Silvio ha iniziato a realizzare mobili, lampade e tavoli utilizzando i vecchi oggetti che i suoi clienti portano al suo laboratorio. Questo è un esempio concreto di come si possano riutilizzare gli oggetti dando loro una nuova funzione, vista l’impossibilità di recuperarne la vecchia destinazione d’uso.