Affronta la crisi, preparati al peggio, Be Hobo!

 Mala tempora currunt e la povertà sembra ormai un fatto sempre meno evitabile.  E allora perché non affrontare la situazione preparandosi al peggio

 Be Hobo risponde proprio a questa necessità. Concepito come un brand, il progetto ideato dalla creativa pescarese Virginia Jukuki propone una serie di cartelli per mendicare che strizzano l’occhio alla moda e al design. Oggetti cult per il barbone che non deve chiedere mai (!!!), i cartelli della collezione Be Hobo permettono di non rinunciare allo stile anche in situazioni di indigenza. Se la situazione economica non migliora quindi non resta che prenderne atto e correre ai ripari preparandosi alla vita on the road tipica dei disoccupati vagabondi americani (hobo). Attraverso eventi, slogan pubblicitari di grande effetto e contest, Be Hobo si propone quindi di aiutare tutta una nuova generazione di poveri a prendere coscienza della propria condizione e ad arrendersi all’inesorabile destino.

Artista apprezzatissima per i suoi video d’animazione, Virginia Jukuki con Be Hobo torna a riflettere sul mondo del marketing quale espressione principale della società contemporanea. Il linguaggio pubblicitario diviene dunque lo strumento privilegiato per raccontare con uno sguardo sempre in bilico tra il cinico e il divertito, le contraddizioni e gli status symbol della generazione dei nuovi disagiati.

Il contest online “Sono così povero che…” svoltosi tra Gennaio e Febbraio 2013 ha rappresentato l’occasione per dare voce ai nuovi poveri. Le frasi migliori fornite degli utenti del web, giudicate su Facebook e dalla giuria Be Hobo hanno permesso ai loro autori di aggiudicarsi una tazza ed un cartello per cominciare a mendicare. Inoltre, il 9 Dicembre 2012 si è svolto a Pescara  il primo Be Hobo Day, durante il quale i partecipanti hanno potuto cimentarsi con l’elemosina prendendo in prestito i cartelli esposti. Per saperne di più visitate il sito del progetto http://www.behobo.it/e quello di Jukuki http://www.questononeunsito.it/

 

 

 

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Di Federica Rapino

Accumula materiali e idee nella sua cucina-laboratorio. Scrive, rincorre Novecento (il suo gatto), si interessa di storia dell’arte e coltiva una insana passione per il riuso creativo e il fai da te. A proposito della sua laurea in Operatore dei beni culturali ama ricordare: “Sono operatore. Ma veramente, essere operatore, nel mondo in cui vivo e di cui vivo, non vuol mica dire operare. Io non opero nulla”(cit).