Per il nostro abituale appuntamento con gli artisti contemporanei abruzzesi riprendiamo da dove avevamo lasciato Jukuki e Danny Jorket, ovvero nei pressi del Mumi di Francavilla al Mare per la mostra Mutaforma. Qui ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con Bruno Cerasi, il quale in collaborazione con Giustino di Gregorio ha realizzato Oxygen, installazione che ha riscosso un notevole interesse da parte del pubblico.
Bruno Cerasi – Giustino Di Gregorio, OXYGEN, Installazione/Light design, 2014
Prima di tuffarci nell’inchiostro dei lavori di Bruno Cerasi il nostro saluto va all’immagine che questo mese fa da sfondo alla pagina. Si tratta di un particolare di K(NEW)LEDGE, installazione realizzata da Bruno in occasione della manifestazione Orto dell’arte ad Ortucchio (AQ) nel 2013.
Installazione, materiali vari, 2012
Bolognese di nascita ma abruzzese d’adozione, dopo aver abbandonato gli studi in ingegneria Bruno ha portato avanti il suo percorso artistico operando una serie di riflessioni sui rapporti umani, indagandone le relazioni e le interazioni : ambientazioni quotidiane che richiamano luoghi e gesti comuni, fitte trame che legano oggetti apparentemente banali ma capaci di evocare parole ed assenze.
Human Needs @Affittarti, Installazione/ready-made, Asse & ferro da stiro, smalti, fili, camicia, 2013
Il dato umano, collocato in una dimensione altra rispetto allo spazio artistico in senso stretto è generalmente assente. Agli oggetti è demandato il compito di suggerire, attraverso un intricato gioco di fili, il richiamo alle persone, ai legami e alle loro difficoltà relazionali e comunicative.
Particolare, Human Needs @ Alviani ArtSpace – Pescara.
L’umanità con i suoi bisogni e le sue incapacità relazionali è dunque la protagonista indiscussa della ricerca di Cerasi. Una tavola imbandita con grande cura ed attenzione per i dettami del galateo , finisce così per incarnare un’abbuffata simbolica, dove all’ipertrofia dei mezzi e delle possibilità corrisponde un senso di vacuità e di insensata fissità
Human Needs @ Alviani ArtSpace – Pescara, 4 agosto – 8 settembre 2013
La riflessione su un’umanità bloccata dalle infinite possibilità offerte dei mezzi di comunicazione predomina anche nell’installazione realizzata per Apertamente a Pescina (AQ). Qui oltre ai fili, la presenza della pellicola VHS sottolinea ancora una volta il ruolo giocato da una comunicazione ipertrofica: il colore nero,quasi come petrolio, imbratta le farfalle di carta le quali non sono più in grado di fuggire ed agire liberamente.
“Carta contaminata ed intrappolata. Ci sono anche delle farfalle bianche nell’installazione, mi piace far pensare che si possano salvare in qualche modo, o anche no.”
Human Needs @ Apertamente, Palazzo Palladini/Biondi- Pescina (AQ), 2-9 agosto 2013
Le farfalle realizzate secondo la tecnica dell’origami raccontano la passione di Bruno per il lavoro metodico, la cura dei dettagli e la dimensione artigianale, in parte ereditati da suo nonno, un sarto con il quale per diverso tempo ha diviso lo studio.
L’estrema pulizia e il minimalismo che caratterizzano le sue opere dimostrano la continua ricerca di un’armonia negli oggetti e nelle cose oltre l’apparente caos del dato materico dello smalto nero.
Self-portrait in studio with butterflies, December 2013.
Nel 2013 Bruno ha preso parte alla Triennale di Istanbul con CONTAMIN#ART#ION. La cornice del quadro non delimita l’opera d’arte la quale si espande nel mondo esterno sottoforma di informazioni e dati.
“Ho inserito i cancelletti nel titolo per richiamare l’uso eccessivo degli hashtag, spesso e volentieri per pubblicizzare in modo sterile l’arte, finendo per toglierne sempre più il suo reale valore.”
“CONTAMIN#ART#ION”, Installazione, Legno, smalti, acrilici, nastro VHS, lana, corde, 2013
Frutto di un progressivo lavoro di riduzione, le opere di Cerasi testimoniano la volontà dell’artista di allontanarsi volontariamente dalle infinite possibilità del mondo dei colori. A partire dalla realizzazione di installazioni che prevedevano l’uso esclusivo di magenta, ciano, giallo e nero Cerasi ha continuato il suo cammino verso una radicale visione in bianco e nero. L’installazione CMYK_PATHS concepita come un percorso all’interno del locale La Designeria è stata l’ultima opera a colori realizzata da Bruno.
CMYK_PATHS @ LaDesigneria – Pescara, febbraio 2013
Oxygen, rappresenta dunque l’ ulteriore passo verso un minimalismo estremo. Il bianco è chiamato a dialogare non più con lo smalto nero e la sua ingombrante presenza materica ma direttamente con la luce, elemento introdotto da Giustino Di Gregorio. A tratti ipnotica, l’installazione mostra ciò che rimane di un letto strappato nel mezzo; le due parti tuttavia non risultano completamente avulse l’una dall’altra: una serie di fili intrecciati sui quali vengono proiettate sottili lame di luce bianca testimonia la persistenza di un legame, nonostante tutto.
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Dopo la brevissima parentesi londinese con Ben Murphy torniamo ad occuparci di talenti abruzzesi rispolverando una nostra cara conoscenza, Virginia Jukuki, ideatrice del progetto Be Hobo.
Cominciamo salutando le pecorelle che Virginia ha disegnato appositamente per Subcity.
“L’origine del mio nome è casuale ed illogica, per questo mi piace considerarlo uno pseudonimo Dadaista, poggiando per sbaglio la mano sulla tastiera mentre disegnavo una delle mie prime animazioni, è uscita questa scritta “jukuki”, infatti sono tutti tasti vicini, pensa che avrei potuto chiamarmi “drfgh”. Dada inoltre era ironia e contraddizione, due elementi che credo si trovino anche nel mio lavoro. O forse no.”
In effetti, non è difficile comprendere quanto un certo spirito divertito ed ironico, non immune agli sberleffi dell’avanguardia, sia ricorrente nell’opera di Jukuki, grafica pubblicitaria ed artista capace di spaziare dall’illustrazione all’animazione 2d fino alla realizzazione di vere e proprie installazioni. Nelle sue opere ci si imbatte spesso in situazioni nelle quali lo scambio delle parti, le contraddizioni ed i giochi di parole giocano un ruolo fondamentale.
Spring bunnies, 2013.
Con Retweet, l’artista promuove una riflessione acuta sui processi innescati da un social network come Twitter: il meccanismo del retweet, vero idolo moderno della comunicazione globale, viene irriso e dunque riportato ad una dimensione più banale, quasi ridicola.
Il mondo di Jukuki, pur attingendo ad una dimensione ludica capace di divertire lo spettatore, non rinuncia a veicolare messaggi forti, rispondendo alla necessità di dare voce al disagio, alle ingiustizie e alle contraddizioni che animano il mondo contemporaneo. Prendendo in prestito il linguaggio degli spot pubblicitari i suoi lavori offrono un approfondimento dei meccanismi che regolano il mondo del marketing, svelandone i segreti ed i modi attraverso i quali esso agisce. In “Tolleranza Zero”, video realizzato in collaborazione con Francesco De Collibus, protagonista dell’assurdo spot pubblicitario è una gustosa bevanda che istiga alla violenza.
Diversi sono i video nati dallo scambio di idee tra Jukuki e Francesco De Collibus.“Insieme abbiamo partecipato ad importanti festival, che non pagheranno le nostre bollette ma ci hanno arricchito di tante soddisfazioni. Abbiamo appena iniziato a lavorare su un nuovo folle progetto, siamo ancora in zona travaglio quindi non aggiungo altro.”
La Scommessa from jukuki
Anche Jukuki, insieme ad altri artisti e creativi d’Abruzzo prenderà parte a Mutaforma, Prima Biennale d’arte giovane Abruzzese. L’evento volto a favorire la conoscenza dei nuovi linguaggi, avrà luogo presso il Mumi di Francavilla al Mare dall’8 Marzo al 13 Aprile 2014 e prevede la partecipazione di 22 artisti chiamati a lavorare a coppie per la realizzazione di un’opera d’arte condivisa. Virginia per l’occasione ha collaborato con Danny Jorket creando un’installazione in grado di coniugare la sua esperienza in campo digitale con il segno materico di Danny inciso su legno.
Cutters, animazione/scultura, 2014