MAD: elogio al ferrovecchio.

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Lo sfondo di Luglio/Agosto di Subcity realizzato da Gianni MAD Colangelo.

Questo mese abbandoniamo pennelli e colori per buttarci a capofitto tra le sculture in metallo riciclato di Gianni Colangelo, in arte MAD. Non assicuriamo un atterraggio morbido ma siamo sicuri di stupirvi con il talento e la bravura di questo giovane artista della valle Peligna, autore dello sfondo del mese di Subcity.

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Sfondo realizzato da Gianni MAD Colangelo per Subcity.it (Luglio/Agosto 2014 )

Le sculture di MAD nascono dal recupero e dell’assemblaggio di oggetti metallici provenienti da diversi contesti e possono dunque essere considerate come il frutto del caso e della geniale intuizione dell’artista. Generalmente è proprio il materiale a disposizione a fornire l’idea per la realizzazione dell’opera: attrezzi in disuso, ferri vecchi, oggetti disparati finiscono così per assumere forme nuove e sorprendenti.

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Ape, metallo riciclato e vetrificante per ruggine, 2007

I vari pezzi saldati assieme partecipano alla realizzazione dell’opera anche attraverso il valore aggiunto fornito dalla storia  del materiale stesso.  Il ricordo della precedente vita dell’oggetto confluisce nell’opera, accrescendone unicità ed originalità. Tale aspetto è sottolineato anche dalla scelta da parte dell’artista di salvaguardare la patina di ruggine e di mantenere inalterati gli altri segni del tempo.

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Biga, metallo riciclato e vetrificante per ruggine, 2012

 

Tra i soggetti preferiti da MAD gli animali sicuramente occupano un posto di rilevanza assoluta. Espressione di un mondo con il quale l’artista dimostra di avere una certa familiarità, oscillano tra la stilizzazione e la fedeltà al dato naturalistico.

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Gamberetto, metallo riciclato

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Cicogna, metallo riciclato, 2013

 

L’osservazione diretta ed una conoscenza approfondita della natura da parte dell’artista, consentono alle sculture di MAD di rivaleggiare con essa o  addirittura offrirne un’interpretazione nuova ed originale. La serie intitolata Anatomie meccaniche contribuisce a chiarire questo aspetto: teschi ossei originali, appositamente scarnificati per  metterne in luce l’anatomia,  sono chiamati a dialogare con le sculture di MAD in un continuo gioco di scambi tra ciò che è proprio del mondo naturale e ciò che appartiene  al mondo artificiale.

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Anatomia meccanica Agnello, metallo riciclato e vetrificante per ruggine, 2014

 

Nel 2013 l’opera “Anatomia Meccanica di mucca”,  è stata esposta presso la Casa Dell’Architettura a Roma e premiata all’interno del concorso “Talent Price” indetto da INSIDEART.

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Anatomia meccanica Mucca, metallo riciclato e vetrificante per ruggine, 2013

 

Inoltre  nel 2012 in occasione del “Premio Adrenalina” tenutosi  presso il museo MACRO di Roma MAD ha presentato un’ originale interpretazione  di Pinocchio attaccato dai picchi.

Mad per Subcity.it
Pinocchio attaccato dai picchi, metallo riciclato, 2012

 

Fino ad Ottobre, se passate per Torino potrete  imbattervi in Grimaldeudo, il drago realizzato da MAD per il bioparco di Cumiana.  Qui, per la seconda edizione di Zoomaginario,  tra tanti animali reali si possono incontrare sculture ed installazioni site specific frutto della fantasia di dodici giovani artisti, tra cui il nostro MAD.

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Grimaldeudo, metallo riciclato, 2014

 

Così come Dedalo, che secondo il mito classico era  in grado di realizzare sculture dotate di vista, movimento e parola, l’infaticabile MAD per il futuro spera di continuare a stupire il suo pubblico con opere sempre più grandi e complesse.

A testimonianza di questa intenzione di recente ha realizzato L’ultima cena, una scultura dotata di movimento che rappresenta l’ultimo pasto di un condannato a morte.

MAD non è nuovo a questo tipo di produzione avendo già affrontato il tema del movimento nella sua tesi di laurea specialistica ed in altre occasioni; tuttavia L’ultima cena è l’opera che in questo senso si dimostra essere più complessa da un punto di vista tecnico: il motore principale, quello delle porte scorrevoli, aziona il movimento della testa e della bocca; le braccia, collegate alla testa attraverso due cordine d’acciaio ricavate dai freni di bicicletta, si attivano come conseguenza del movimento della testa. La scultura in azione preme così  su un tasto che permette l’accensione degli occhi e l’attivazione del verso. L’uccello invece è mosso da un motore ricavato da una stufetta alogena.

Qualora tutto ciò non bastasse a sorprendervi, la scultura è dotata anche di un sensore di movimento che le consente di azionarsi al passaggio degli ignari spettatori.

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Di Federica Rapino

Accumula materiali e idee nella sua cucina-laboratorio. Scrive, rincorre Novecento (il suo gatto), si interessa di storia dell’arte e coltiva una insana passione per il riuso creativo e il fai da te. A proposito della sua laurea in Operatore dei beni culturali ama ricordare: “Sono operatore. Ma veramente, essere operatore, nel mondo in cui vivo e di cui vivo, non vuol mica dire operare. Io non opero nulla”(cit).