Una visita guidata multimediale nell’arte di Ester Grossi
L’artista abruzzese Ester Grossi, nonostante quello che lascerebbe presupporre la sua formazione, si esprime soprattutto attraverso la pittura. Le sue figure così come i suoi paesaggi sono essenziali, definiti da larghe campiture piatte che lasciano intuire una certa predilezione per la bidimensionalità delle forme. Un linguaggio pittorico che avvicina lo stile di Ester al Neo Pop ma anche all’illustrazione e ad alcuni lavori di Tom Wesselmann. Un sintetismo che pur ricordando i lavori di grafica realizzabili con programmi di disegno vettoriale è ottenuto con pennelli e colori acrilici: un lavoro minuzioso e precisissimo che mette in luce la particolare attenzione dell’artista per una finitura liscia, levigata.

“Ho studiato disegno vettoriale ma lo trovo molto noioso. Mi piace il fatto che le mie opere appaiono come disegni vettoriali, quando invece, per ottenere quella precisione, impiego tantissimo tempo nella stesura di colore piatto. Amo tutto ciò che é maniacale :-)” Ester Grossi.

“Ultimamente sto cercando di “adattare” il mio stile, definito per l’appunto Neo Pop, ad un tipo di discorso “locale”, ma sempre e comunque popolare.”
Il progetto “Dal Fucinus Lacus a Google Earth” racconta l’evoluzione del paesaggio ed i cambiamenti che hanno interessato nel corso dei secoli l’area del Fucino, dalla presenza del lago alla sua bonifica; un racconto che pur tenendo conto dei dati storici non nasconde l’interesse per gli aspetti più fantasiosi, magici e misteriosi del territorio.

Anche Angizia costituisce un riferimento diretto alla cultura popolare abruzzese. Il titolo del dipinto ci riporta immediatamente al culto preromano della dea e maga venerata dai Marsi e dai Peligni. Ester reinterpreta la figura della dea legata al culto dei serpenti, assegnandole il particolare attributo iconografico di un ceppo tenuto tra le braccia. Il riferimento diretto è la mitica Signora Ceppo, surreale personaggio della serie tv ideata da David Lynch “I segreti di Twin Peaks”. Come Angizia, la signora Ceppo è strettamente connessa al mondo naturale ed è particolarmente sensibile alle sue manifestazioni più misteriose.
Il ricordo di un Abruzzo mitico ed ancestrale si fonde dunque in una visione modernissima che fa del linguaggio cinematografico una delle caratteristiche più interessanti dei lavori di Ester.

Il richiamo alla settima arte, grande passione di Ester, è ravvisabile tanto nelle citazioni più o meno dirette di titoli ed elementi iconografici, quanto nei tagli e nelle composizioni delle immagini, mentre una dimensione volutamente sospesa, surreale e vagamente onirica ci riporta alle atmosfere di David Lynch, sicuramente uno dei registi più ammirati da Ester.

“Bellindia” l’ho dipinta per un festival sulla fiaba, che c’è stato presso il MACRO Testaccio di Roma lo scorso anno. Mi hanno chiesto di rielaborare una fiaba e siccome in casa avevo una raccolta di fiabe abruzzesi (che mi regalò mio nonno da bambina) e avevo voglia di lavorare su un racconto non notissimo (e soprattutto non “edulcorato”, ma originale nel suo essere “cattivo” e quindi molto veritiero, come le vere fiabe prima della Disney), ho pensato di interpretare Bellindia.

Nel corso della sua carriera Ester Grossi ha avuto modo di lavorare anche come illustratrice. Molto interessanti risultano le sue collaborazioni in ambito musicale, campo da lei particolarmente amato. Ha infatti disegnato diverse copertine per il gruppo musicale “A Classic Education“; la collaborazione è proseguita con Jonathan Clancy, cantante del gruppo, il quale in diverse occasioni ha musicato alcune opere di Ester.
