Psych-report: Teramo e il compleanno di Ivan Graziani

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Psych-report, il live report con lo psico-riverbero ci racconta del compleanno di Ivan Graziani festeggiato in piazza Martiri a Teramo.

Eravamo in tre l’altra sera al compleanno di Ivan Graziani: Lio-che-sarei-io, Sorcinicus e Puppylorsetto, un trio apparentemente innocuo ma psicologicamente poco raccomandabile.

Siamo partiti da Pescara con il riffone di Pigro a tutto volume. Le casse già sfondate della mia autoradio subirono l’ennesimo sfregio. Come mille altre volte, abbiamo ingranato la marcia verso Teramo: la città dei nostri studi universitari e del nostro Ivan. Ma quanto siamo stati fortunati a studiare lì piuttosto che a Bologna, o a Roma, o a Torino: una fortuna letteralmente spacciata!

La nostra Teramo

Dal primo giorno di Università Io (che sono Lio), Sorcinucus e Puppy cercammo di trasformare Teramo nella nostra piccola Bologna, e Scienze della Comunicazione in un DAMS denoiantri. Eravamo degli illusi, romantici e fessi, come recita l’uomo girato di spalle nel testo di “Fuoco sulla collina”, una delle liriche più belle del nostro Ivan, che ora la canta dalle casse sfondate della nostra autoradio. Sorcinicus, in questi anni adulti, si sente spesso quell’uomo di spalle, cinico e privo d’illusioni, ma questi sono altri discorsi, disquisizioni denoiantri trentenni. La città di Ivan, all’epoca dei nostri studi, ci entrò dentro senza che neanche ce ne accorgessimo: la nebbia saliva dal corso vecchio fino al campanile del Duomo, i bar rumorosi con i suoi avventori appesi ai banconi, il blu e giallo dell’insegna Eurospin sapevano di sopravvivenza e di centesimi di euro. Le vie terrammane, quegli incroci di vicoli tra i palazzoni antichi che confluiscono in corso San Giorgio, erano popolate da un’umanità varia e straniata: Jò, lu cowboy, la predicatrice in vesti bianche e tanti altri soggetti, diversamente umani, gironzolavano per la città, solitari. Questi strambi umani si perdevano in discorsi bisbligliati al vento, o in proclami ad alta voce, che pareva di stare ad Hyde Park.

 


Il nostro Ivan

Il nostro Ivan ne avrebbe saputo cogliere il paradosso, facendo emergere tramite loro, le contraddizioni della sua Teramo e della provincialità italiana. E in verità l’ha fatto, narrando dell’atmosfera respirata nella sua città natale, e nella piazza, simbolo della provincia. Ed è proprio in piazza Martiri, col suo Duomo fotografato sulla copertina di “La città che io vorrei”, che siamo arrivati baldanzosi per festeggiare il compleanno di Ivan, e rivedere la nostra Teramo. Dopo pochi minuti che eravamo lì, il proverbiale cinismo di Sorcinicus si era trasformato in cieco odio. Quando il nostro amico bastardo ha realizzato che davanti al palco erano state posizionate svariate file di sedie, impedendoci, di fatto, di vedere bene il concerto, non ci ha visto più. Oltre a questo – e qui ho temuto che a Sorcinicus gli venisse un infarto –, nella prima fila di sedie c’erano posizionati i culi del Sindaco, del Presidente della Regione e dell’Assessore: per 20 minuti io e Puppy abbiamo dovuto subire le tuonanti teorie sullo sterminio della razza italica, sulla castrazione chimica delle classi dirigenti e via dicendo.

Filippo Graziani e il nostro corpo da uomo

I primi accordi di Filippo ci portarono conforto, ricomponendoci in un’unica personalità, abitante il nostro corpo da uomo: Sorcinicus si azzittì, a Puppy già brillavano i primi goccioloni negli occhi, mentre Io-che-sono-Lio mi godevo le schitarrate di Filippo e “Bip” Gismondi, e i versi rocckerrolle di Graziani: contava solo quello per noi e il nostro cuore, solitamente inquieto e tripartito. Il compleanno di Ivan entrò nel vivo, con GrazianiTommy – alla batteria, Carlo Simonari alle tastiere e Marco Battistini al basso. Graziani – Filippo – riuscì subito a bonificare l’atmosfera da quel retrogusto nazionapopolare che per un attimo ci risalì in gola, ascoltando lo spettacolo del comico Carmine Faraco (Zelig, Colorado), “l’uomo dei Pecchè”, di cui vogliamo mostrarvi un esempio:

 

La presenza di Faraco sottolinea in maniera paradossale, sguaiata, una delle caratteristiche dello stile compositivo di Ivan Graziani, sempre convinto nel rigettare i clichè del cantautorato italiano.

All’udire questa affermazione uscire dalla bocca di Puppy, Sorcinicus urlò “PIGRO!” E gli saltò addosso, puntando alla giugulare. Puppy è vivo solo per merito di Graziani – Filippo -, che ha iniziato il live più o meno così:

 


La spontaneità nel festeggiare Graziani – il nostro Ivan – e la cazzuta attitudine della band sul palco hanno salvato la vita al nostro amico Puppy, oltre che a me e a Sorcinicus, terrorizzati dall’idea di veder trasformato il compleanno del nostro Ivan – e la nostra Teramo – in un coagulo di retorica e nostalgia fine a se stessi: grazie Ivan per averci invitato al tuo compleanno, nella tua città, regalandoci un altro ricordo puzzolente di rocckerrolle.

La scaletta

Ivan Graziani scaletta concerto Teramo

Francesco Colafella – dopo aver letto l’articolo e stando in fissa con OUTCAST – ha mandato questo schizzo in redazione che abbiamo utilizzato come immagine di copertina del pezzo.

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Di Andrea Di Nisio

Grafomane a piede libero. Dopo aver sfogliato tutti i Topolino di casa si dedicò al primo libro che gli capitò a tiro: Il Fu Mattia Pascal, un romanzo di de-formazione per un dodicenne come lui. Questa de-formazione lo convinse a cimentarsi con la scrittura: un paio di concorsi di poesie e poi i alcuni arditi racconti su CartaStraccia, fanzine underground. Ha scritto poi di musica per MusicClub e per Newsmag.it, di cronaca, cultura e attualità politica per PescaraOggi e CityRumors, due quotidiani web. E per il resto? Scrive contenuti per il web e cura blog aziendali.